venerdì 8 marzo 2013

Supereroi e Superpoteri


Supereroi e Superpoteri
.
di Alessandro Di Nocera
.

Miti fantastici e immaginario americano
dalla Guerra Fredda
al nuovo disordine mondiale

.
saggio, 394 pag,
illustraz. col. e b/n

.
€ 20,00

.
Castelvecchi editore


.


Può accadere che un saggio sui Fumetti supereroistici, seppur colto, ben scritto, preciso, ottimamente argomentato... ma pur sempre un saggio... può accadere - dicevo - che esso sia appassionante come un fumetto?
La domanda è ovviamente retorica. la risposta è sì, può accadere.
Si sta parlando di "Supereroi e Superpoteri" di Alessandro Di Nocera. Leggere per credere.

Mi si lasci innanzitutto dire dell'oggetto-libro. Un libro sui fumetti deve contenere un sacco di illustrazioni, quante più possibile: "Supereroi e Superpoteri" ne contiene in abbondanza, moltissimi personaggi, copertine, splash-page, pin-up... "Supereroi e Superpoteri" è un bell'oggetto, oltre che un bel libro: un malloppone pesante, coloratissimo, sul quale il grafico è intervenuto tanto, spesso in modo coraggioso, talvolta azzardato (le pagine a sfondo nero con le parole in giallino hanno fatto sfregare le mani del mio oculista...), ma infine il risultato è ottimo. Accattivante, bello anche da guardare, oltre che da leggere. A mio parere che un libro sui fumetti sia anche bello da guardare, non è affatto un inutile surplus. Il libro alterna pagine di ogni colore (compreso il turchese e il fuxia!) lasciando il tradizionale sfondo bianco quasi unicamente per le pagine delle note. 

Ad una prima occhiata si potrebbe pensare che la copertina forse avrebbe potuto essere più "fumettosa"... In realtà la commistione tra medium diversi, fumetto e cinema in questo caso, suggerisce graficamente in modo adeguato lo spirito (post) moderno del saggio.

Tanto per parlar subito chiaro: questo libro è indispensabile (più precisamente: questa seconda, espansa, rinnovata, arricchita, abbellita edizione del libro era proprio indispensabile). Non è vero che in Italia manchino i saggi sui fumetti; casomai manca chi li legga, ma libri sui fumetti ce ne sono, e non sono pochi. Di saggi organici sui supereroi, a questo livello, se ne sentiva, invece, la mancanza. E' un libro che ogni appassionato di fumetti supereroistici dovrebbe leggere, sia concorde o meno con le tesi di fondo del Di Nocera non ha importanza: su questi temi, comunque la si pensi, è necessario confrontarsi. E sapere. Per non parlare a vanvera, come troppo spesso accade.

Di Nocera, quando parla di fumetti, non parla (scrive) a vanvera perché circostanzia ogni sua affermazione, tesi, discorso; e ha indubbiamente una grande preparazione sull'argomento. Evita, e di questo dobbiamo essergli grati, un linguaggio eccessivamente aulico, pomposo o troppo tecnico, dimodoché anche chi non è molto addentro al discorso sul fumetto supereroistico, ma sente una sana curiosità sull'argomento, può leggere il libro senza sentirsi troppo spiazzato. 

La lettura di "Supereroi e Superpoteri" farà però principalmente bene agli appassionati, a coloro che a vario titolo si occupano di questo genere di fumetto e lo amano, perché fornisce strumenti e stimoli per andare oltre il mero giudizio "estetico" o la nostalgia.
Il saggio parte da un'assunto di base e cioè che il fumetto - il fumetto supereroistico americano nello specifico - offre un efficace punto di vista rispetto ai mutamenti sociali e culturali dei periodi storici da esso percorsi.

Attraverso i vari capitoli del libro viene affrontata la storia del fumetto supereroistico, dal suo avvento nei primi decenni del XX secolo fino alle ultimissime, spesso geniali, tendenze autoriali. La storia di questo "genere" di fumetto viene narrata ed analizzata come conseguente specchio della società, delle paure, delle correnti di pensiero, del clima politico: l'immaginario collettivo e i miti derivanti sono sempre il frutto del clima generale che si respira in un dato momento storico e Di Nocera ci mostra come proprio il fumetto supereroistico sia (sempre stato) una privilegiata "cartina di tornasole", ottimo strumento per capire gli umori di un'epoca.

Volevo anche sottolineare un aspetto più ludico, se così si può dire: la lettura del saggio mette addosso una voglia pazza di leggere e/o ri-leggere tantissimi fumetti! Che siano capolavori o meno non ha poi tutta questa importanza; ogni storia o ciclo di storie può essere importante per una maggior comprensione dei meccanismi di intersecazione medium-fumetto/realtà e lungi dal togliere divertimento, una maggiore informazione e buoni stimoli per pensare rendono ancor più godibile la lettura dei nostri amati supereroi.

Ora un mio dubbio personale: la tesi di Di Nocera, esposta con chiarezza nel libro, è che le storie supereroistiche, i supereroi stessi, riflettono le condizioni sociali, umane e politiche del nostro mondo, il mondo che sta "aldiqua" della pagina disegnata. Il suo plauso va (esclusivamente?) a quegli autori che si impegnano a uscire dalle pastoie mitologiche del passato. Parlando della concezione supereroistica post-11 Settembre e di storie recenti di Iron Man e She-Hulk, che abbandonano il supereroismo per agire "all'interno dei rigidi vincoli della legge", così scrive l'Autore: "Le pagine di molti tra i più recenti comic-books supereroistici sembrano attraversate da una vena comune che scaturisce da una complessiva, rivoluzionaria presa di coscienza autoriale e artistica: quando il samaritanesimo e l'idealismo non sono vivificati da un quotidiano impegno civile e da un'indispensabile [...] azione politica dei governi e delle istituzioni [...], allora rappresentano solo un illusorio palliativo ai malesseri reali dell'umanità" (A. Di Nocera, op. cit. pag. 316)

Come non concordare, umanamente e ideologicamente, e aldilà dei comics, con questa tesi? Eppure, mi chiedo: perché non prendere in considerazione l'ipotesi della coesistenza pacifica e a pari dignità artistica, sia di questo modo nuovo di scrivere supereroi che di un modo più squisitamente fantastico, slegato - certo - dalla realtà, dove la mitologia e il sense-of-wonder la facciano ancora da padroni?

Perché, cioè, i supereroi devono necessariamente "crescere"? Può essere una domanda ingenua, ma perché i supereroi  dovrebbero risolvere i problemi dell'umanità? Ovvio, nella fiction i supereroi hanno proprio quel compito: risolvere i problemi dell'umanità. Ma si tratta di problemi che vengono da Altrove (si tratti di Galactus o dei Badoon, delle Sentinelle o di una Crisi sulle Terre Infinite ) e che forse proprio perché "falsi" - ma ciò non esclude automaticamente che rappresentino simbolicamente problemi "reali" -  consentono un approccio al mondo della fantasia meno didascalico, non didattico (quindi più divertente? E' una domanda) di quello dei coltissimi e ultracitazionisti autori di oggi.
Il fatto che in epoca post-moderna regni l'impossibilità di guardare a un possibile futuro - altra tesi condivisibilissima - deve escludere o anche solo togliere dignità artistica a una via supereroistica più "classica" o semplicemente fantastica?

.
"Il tanto magnificato Ubermensch torna infine - ridimensionato - ad agire nella massa e a collaborare con i suoi simili per il benessere della collettività" (A.Di Nocera, op. cit. pag. 320); e di nuovo, umilmente e da appassionato di signori/e svolazzanti in mutandoni colorati mi chiedo: una giusta e sacrosanta condivisione dei valori poc'anzi propugnati, "come se" i supereroi esistessero realmente, può coesistere con un'immagine più "astratta", fittizia, se vogliamo "innocua" di Miti che sono da sempre nell'animo umano?
L'eccessivo "realismo" degli eroi di carta messo in atto da moltissimi autori attualmente in attività fa del bene al "genere"? E ai lettori?

Per concludere: il libro termina con una ricca e preziosa bibliografia ragionata, una filmografia e una "webgrafia".
Senza tema di smentita, "Supereroi e Superpoteri" è un ottimo libro che non deve mancare nella biblioteca di chiunque, a qualsiasi titolo, abbia a che fare nella propria vita coi magnifici, coloratissimi supereroi. E' un libro da leggere. E magari, dopo un po', rileggere.


Orlando Furioso - aprile 2006